Mi piace particolarmente lavorare la carta: è leggera, suggestiva al tatto, scrocchia e fruscia se toccata dalle dita o mossa dall'aria. Ogni tipo di carta ha un carattere proprio. Ci sono carte severe, che costruiscono volumi puri che si allargano nello spazio in forme scultoree. E ci sono carte delicate, fragili, da pieghettare, arricciare, annodare in cascate morbide e preziosi ricami. Bianca, gialla, rosa, riciclata, stampata: ognuna crea suggestioni diverse che si prestano a diverse interpretazioni. Così, la carta suggerisce il carattere dell'abito, e ogni abito è la traduzione di uno stato d'animo, un'impressione, un desiderio, un sogno. Gli abiti nascono nella mente come bozzetti, e crescono lavorando con le mani. Il risultato a volte è identico a come li ho pensati, spesso partono in un modo poi prendono un'altra direzione, come avessero una vita propria, che si rivela man mano, in modo sorprendente. Si nutrono delle mie emozioni: la vista di un paesaggio nuovo, la luce bianca del mattino, quella dorata della sera, l'atmosfera avvolgente della notte, una musica, un quadro, un film, un viso, l'incanto del mare. Ho creato abiti ispirati alla natura, fatti di carta crespa bianca modellata sulla forma delle foglie, a dare un'idea di purezza; o con l'ondulina, una carta tutta pieghettata, color avana, in un trionfo di rose che toccano terra, a celebrare la ricchezza e l'esuberanza dell'estate. Ho mescolato per un altro abito carte di consistenza e colori diversi, ognuna a creare forme proprie, come tanti strumenti che suonano allo stesso ritmo. L'abito ispirato a Shahrazad ha un sapore esotico: è di sottili strisce dorate, intrecciate com le storie che raccontava ogni notte. Sono abiti senza tempo, slegati dalla moda intesa come tendenza destinata a essere superata a ogni stagione, e proprio per questo, spero, sempre attuali. Vorrei che ogni abito trasmettesse un carattere diverso: forte, sontuoso, romantico, sognante, pazzo, e che questo carattere fosse percepito da chi lo guarda, e sentito, vissuto, dalla donna che lo indossa.
Ho immaginato questi abiti come sculture da indossare in occasioni speciali: una festa, un matrimonio, un evento particolare, un momento da celebrare con un abito del tutto inconsueto. Sono stati presentati in una performance, in cui "crescevano" sulla persona della modella Anna Ragazzo allo stand Bestack, in occasione di Macfut 2009, e richiesti da Licia Colò per una sfilata nella sua trasmissione -Alle falde del Kilimangiaro- del I° Novembre 2009.